27 Novembre 2025
Cari colleghi,
da qualche tempo giungono da parte della sezione civile segnalazioni (per fortuna, al momento solo informali) circa la redazione di atti attraverso l’uso non ragionato della AI, con conseguente indicazione errata di massime della cassazione e financo di giurisprudenza locale, talvolta inesistente.
Al di là delle serie implicazioni anche deontologiche circa un tale modo di agire, consentitemi di ricordare come la nostra sia una professione intellettuale il cui fascino risiede anche nel privilegio di poter ricorrere, nell’esercizio della stessa, al ragionamento e alla logica: attività ancora (e per fortuna) di esclusiva pertinenza dell’homo sapiens.
Gli strumenti tecnologici sono sicuramente di grande ausilio ma il loro utilizzo non può e non potrà prescindere dal necessario controllo da parte del professionista proprio per evitare che un acritico affidamento agli stessi comporti gravi e irrimediabili errori, idonei a compromettere l’esito della attività giudiziaria, con inevitabili conseguenze deontologiche e di responsabilità professionale.
Il Tribunale sarà costretto, nel perdurare di tali comportamenti, a segnalarli formalmente al Consiglio.
Vi invito, pertanto, ad un utilizzo saggio e ragionato degli strumenti tecnologici ricordandovi che “il sonno della ragione genera mostri”.
Alessandro Ferrero
Modificato: 27 Novembre 2025